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Qualità di olive e olio extravergine

La qualità, il sapore e la consistenza dell’olio extravergine di oliva, sono fattori profondamente influenzati dal tipo di oliva da cui provengono.
La cultivar (ovvero la varietà di oliva) gioca un ruolo molto importante circa le caratteristiche dell’olio che ne deriverà. Le dimensioni, la maturazione e la polpa presente nel frutto, contribuiranno a dare diverse caratteristiche al prodotto finale.
Nel nostro Paese, sono presenti circa cinquecento cultivar; vediamo insieme le più importanti, suddivise per regione.

Varietà d’olivo presenti in Italia

In Liguria troviamo la Taggiasca, diffusa principalmente nella provincia di Imperia. La pianta è di media altezza e ha una resa piuttosto buona. L’albero è vigoroso e il frutto ha medie dimensioni; la maturazione è scalare e tardiva.

C’è poi la Razzola, tipica di levante (La Spezia) ed ha una maturazione più tardiva.

In Toscana è presente il Pendolino: la pianta è poco vigorosa e ha un portamento tipicamente pendulo (caratteristica che le attribuisce anche scopi ornamentali), il frutto è di piccole dimensioni e la produttività discreta.
Il Moraiolo è presente sia in Toscana che nelle regioni limitrofe: questa pianta è invece più rigorosa e ha una resa molto buona, nonostante il frutto non sia grandissimo.

La Frantoio, che è diffusa anche all’estero (Argentina e nord Africa), ha anch’essa una discreta resa e una buona produttività.

Nel Lazio, troviamo la Carboncella (presente anche in Abruzzo, nelle Marche e in Umbria). La resa è abbastanza buona (intorno al 25%).
La Raja, conosciuta anche come oliva dolce, ha un frutto di medie dimensioni e una resa discreta.
Nella zona di Viterbo, troviamo la Canino; buona la produttività e la resa in olio.

In Puglia, possiamo segnalate la Coratina: la pianta è abbastanza grossa e il frutto, durante il periodo della maturazione, assume un colore violaceo. L’olio prodotto, avrà un colore verdastro e un sapore piccante. L’albero, abbastanza vigoroso e con portamento espanso, inizia a fruttificare piuttosto precocemente.

L’Ogliarola Barese (presente soprattutto nella provincia di Bari) ha una pianta che produce frutti molto scuri, quasi neri, anche se il colore dell’olio derivato sarà di un bel giallo oro, con un gusto lievemente mandorlato.
La Peranzana invece, è una varietà coltivata soprattutto nella zona di Foggia: ha una produttività elevata e una resa di olio piuttosto media.

In Abruzzo, segnaliamo la Gentile, coltivata soprattutto nella zona di Chieti: la drupa è piccina e la resa intorno al 20%.
La Dritta infine, diffusa principalmente a Pescara, ha una media grandezza e il frutto una resa media.

Tante varietà, tanta ricchezza

In questo articolo, abbiamo riportato solo alcune delle tante varietà di olivo presenti nel nostro stivale. Quelle individuabili, sono oltre 500 e corrispondono a circa il 42% del patrimonio mondiale.

Nonostante le cultivar siano così tante però, l’olivicoltura italiana si basa solamente su una cinquantina di varietà.
La dimensione del frutto, il rapporto tra polpa e nocciolo, la maturazione e la provenienza, conferiranno all’olio diverse caratteristiche e sapori ineguagliabili.

 

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