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Come diventare frantoiano

Questo è senza dubbio un argomento più insolito rispetto a quelli che affrontiamo di solito, ma non per questo meno interessante. Parliamo ovviamente di olio extravergine di oliva, dei suoi valori nutrizionali e proprietà organolettiche e del mondo dell’olivicoltura in generale; ma spesso tutto ciò che riguarda il compito di un frantoiano e di tutti gli operatori che lavorano all’interno di un frantoio passa in secondo piano. Noi pensiamo che valga la pena parlarne, per tanti motivi.

Il primo è che vogliamo ricordare l’importanza di un mestiere sempre più dimenticato ma molto importante. Se possiamo assaporare un prodotto gustoso e genuino come l’olio extravergine di oliva DOP Riviera Ligure è anche merito del lavoro scrupoloso di operai che svolgono con attenzione e passione le loro mansioni.

Secondariamente la disoccupazione – soprattutto quella giovanile – si può combattere anche attraverso l’informazione: molti ragazzi non conoscono tutte le potenzialità che un settore come quello dell’olivicoltura può offrire, anche perché negli ultimi anni il lavoro manuale sta perdendo l’importanza che aveva una volta.

Ma ora cerchiamo di approfondire questa tematica: in cosa consiste il lavoro del frantoiano, l’apprendistato, le attitudini che bisognerebbe possedere e le sue criticità.

L’antico mestiere del frantoiano

Quello del frantoiano è un mestiere tanto antico quanto importante, che ha subito notevoli trasformazioni nel corso degli anni. Una volta il frantoiano aveva a che fare con attrezzature che funzionavano manualmente o grazie al traino di animali da soma. Adesso la tecnologia ha velocizzato e trasformato la filiera produttiva, introducendo strumentazioni sofisticate in grado di lavare, denocciolare e frangere le olive. Ma questo non significa che l’intero processo è nelle mani delle macchine, il controllo dell’uomo ha ancora un’importanza fondamentale.

Il lavoro del frantoiano richiede costante attenzione, precisione e profonda conoscenza della materia prima e delle strumentazioni che trasformano le olive in olio. Dunque a monte è necessario un lungo periodo di formazione. Questa è la prima cosa importante da sapere prima di intraprendere un percorso nel campo: non ci si può improvvisare e non si può pretendere di imparare il mestiere in poco tempo. Le competenze si acquisiscono con tanta pratica, pazienza e dedizione.

 

Come si diventa frantoiano

Se vi state ancora chiedendo cosa potete fare per intraprendere questa strada, vi daremo qualche risposta utile.

Corsi di formazione

Al momento non sono previsti in Italia corsi formativi per chi vuole diventare operatore di frantoio. L’anno scorso a Perugia la società agricola Aprol ne ha organizzato uno, ma attualmente non è più disponibile. Consigliamo di tenersi comunque aggiornati, monitorando forum e siti web autorevoli in materia. In ogni caso sappiamo che non sono frequenti e dunque, la via da percorrere è senza dubbio quella dell’apprendistato.

Apprendistato

L’apprendistato è un periodo di formazione a tutti gli effetti, dove si ha la possibilità di imparare sul campo tutti i segreti del mestiere. L’apprendista verrà affiancato all’interno del frantoio da un operatore esperto che gli spiegherà tutti i passaggi. All’inizio è importante osservare, ascoltare, e fare tante domande per capire il funzionamento dei macchinari e tutti le fasi che portano alla produzione di olio; l’approccio giusto richiede pazienza e curiosità. In un secondo momento poi l’apprendista potrà iniziare a controllare e manovrare le strumentazioni sotto la supervisione di un esperto. Una volta acquisita la giusta padronanza potrà iniziare a lavorare in totale autonomia.

Come abbiamo anticipato è importante conoscere anche le caratteristiche delle cultivar con cui si lavora, perché ognuna ha le proprie caratteristiche. Le varietà di olive da olio della Liguria sono sei, anche la più famosa e pregiata è senza dubbio la taggiasca, con cui noi produciamo oli di qualità superiore: l’olio extravergine di oliva Riserva Taggiasca e l’olio extravergine di oliva Cultivar Taggiasca.

Attitudini

Quali sono le caratteristiche e le attitudini che bisogna avere per intraprendere questo percorso? Sicuramente è importante essere motivati perché – come avrete capito – si tratta di un lavoro impegnativo, che richiede tempo, attenzione e dedizione. La fatica è un’altra componente: si sta sempre in piedi, in movimento, ci si piega e si sollevano pesi, dunque non si devono temere sforzo e sudore. Ed è necessario capire che nei periodi più caldi non esistono orari, ferie e tempo libero. La produzione dell’olio di oliva non aspetta.

Criticità

Sicuramente le criticità sono emerse nei paragrafi precedenti: la fatica, il sacrificio, il sudore sono parole che lasciano trapelare quanto questo mestiere sia difficile. Ma proprio per questo motivo regala anche tantissime soddisfazioni. Vedere e toccare con mano il frutto del proprio duro lavoro è impagabile, soprattutto quando l’olio che esce dal frantoio viene apprezzato.

Speriamo che queste linee guida che vi abbiamo fornito vi siano utili per intraprendere un percorso nel settore; non ci resta che augurarvi in bocca al lupo!

 

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