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Prezzi dell’olio extravergine d’oliva

Se diamo un’occhiata tra gli scaffali dei diversi supermercati, possiamo notare da subito come il prezzo inerente l’olio extravergine di oliva, vari moltissimo, a seconda della marca o della provenienza. La forbice tra i costi delle bottiglie da un litro, va dai 2 euro ai 10 euro, per i prodotti più pregiati.
Viene quindi da domandarsi: quanto dovrebbe costare l’olio extravergine, prodotto secondo le procedure migliori, con olive italiane?


Un buon olio extravergine di oliva, trattato artigianalmente, dovrebbe costare circa 10 euro al litro: il prezzo può variare a seconda delle annate e dalla quantità di olive ottenute, comunque sia il prezzo si aggira su questa cifra.

Ci sono casi in cui il prezzo può essere superiore, come ad esempio quando si lavora con ulivi millenari, in quanto, essendo piante molto delicate, non è consigliato l’utilizzo delle macchine, conseguentemente, la raccolta dei frutti andrà fatta a mano. E’ chiaro che in questo caso, il prezzo sarà maggiore.
Altri fattori che incidono sul costo sono la potatura delle piante e la lavorazione del frutto.

Elementi che incidono su prezzo e quotazione dell’olio d’oliva

Esistono due tipi di motivazione per la differenza nel prezzo dell’olio d’oliva: quello dovuto alla qualità dell’olio in questione e quello dovuto al mercato vero e proprio, legato alle quotazioni conseguenti alle diverse condizioni climatiche che influiscono sulla produzione dell’anno precedente.

La qualità

La differenza, a volte anche sostanziale soprattutto nel mondo dell’extravergine, che si può spesso notare nei prezzi delle diverse marche al supermercato dipende fondamentalmente dal contenuto della bottiglia che stiamo per acquistare: possiamo infatti trovare olio extravergine di oliva appartenente a varie classi di prezzo, con un costo al litro che presenta differenze anche di diversi euro. Questo è dovuto a una motivazione in particolare: tutti sappiamo che esistono leggi che regolano la possibilità di classificare il proprio olio d’oliva come “extravergine”; per far ciò devono essere rispettate alcune regole durante la produzione dello stesso. Tuttavia, andando un po’ più a fondo, ci si accorge che la classificazione dell’olio sotto questo nome ha contorni un po’ più larghi del previsto, e che la legge italiana permette di chiamare come tale anche un olio raffinato con miscela di extravergine puro. Ergo, da qui la distinzione: un olio d’oliva extravergine puro, spesso distinto dalla denominazione “prima spremitura a freddo” o “estratto a freddo”, ottenuto al 100% da produzione genuina, avrà per ovvi motivi un prezzo più alto rispetto a un olio miscelato, anche se entrambi riportano la definizione “extravergine”.

Vi sono poi anche differenze nel prezzo quando l’olio prodotto può fregiarsi del marchio “biologico” o “da agricoltura biodinamica”.

Meteo e produzione

Quando però parliamo di vera e propria quotazione annuale del prezzo dell’olio d’oliva sul mercato, quel che sta alla base sono le condizioni di produzione dell’anno precedente. Esattamente come nel mondo della viticultura e della produzione di vino, esistono annate buone e annate cattive: quando si parla di annate cattive, significa che le condizioni meteorologiche e di temperatura non sono state ottimali, o che gli ulivi sono stati colpiti da un’epidemia batterica o di parassiti, e che quindi la produzione è stata in qualche modo danneggiata, che sia quantitativamente, qualitativamente o entrambi i casi.

Un esempio di questo problema è quello dell’epidemia di Xylella fastidiosa in Salento che qualche anno fa colpì decine di migliaia di ettari di terreno e, posto anche il fatto che la Puglia è la seconda regione del paese per quantità di olio prodotto, portò una crisi nell’intero mercato dell’olio d’oliva italiano.

Oli a basso costo

Nel nostro Paese, si fa largo uso della terminologia “extravergine di oliva”.
Ma bisogna prestare attenzione; con questo termine ci si riferisce all’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive, attraverso processi meccanici, senza cioè ricorso a processi o sostanze chimiche. L’olio non deve essere alterato e la sua acidità (espressa in acido oleico) non deve essere superiore all’ 0,8%.
Purtroppo le leggi italiane non sottolineano questo aspetto, e il rischio è quello di incorrere in prodotti falsati, appartenenti ai grandi produttori industriali che mettono sul mercato oli fatti per la maggior parte da prodotti di scarto; da qui ecco spiegato il basso costo (due o tre euro, al litro).
L’olio extravergine di oliva è infatti, tra i primi posti della classifica dei prodotti più contraffatti. Ma questo cosa significa? Nei frantoi, è presente un contenitore, chiamato in gergo “l’inferno”, che viene utilizzato per metterci gli scarti, l’olio cattivo e gli avanzi. Il contenuto, è oggi molto richiesto dalle grandi industrie alimentari, poiché dopo rettifica chimica, opportunamente miscelato con oli extravergine di oliva di qualità, viene venduto come olio di oliva.
Viene infatti bonificato con la raffinazione e la deodorazione per rendere l’aroma e il gusto più gradevole. Diversamente, in altri casi, può essere mescolato con altri tipi di olio (palma, girasole, ecc). Queste strategie, permettono alle grandi industrie, di vendere una maggiore quantità di prodotto, attirando le persone grazie ai prezzi contenuti.

Conclusioni

Come abbiamo visto, l’olio di oliva si può fare “anche” con le olive, ma non solo. Sul mercato sono sempre più frequenti prodotti a basso costo, certamente di scarsa qualità, con un’ aroma, un gusto e una consistenza molto diversa, rispetto ad un vero e proprio olio extravergine di oliva.

Attenzione dunque ai prezzi dell’olio extravergine di oliva, diffidate da bottiglie a basso costo e preferite un prodotto sì più caro, ma sicuramente più delicato, gustoso, e soprattutto più sano!

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